Convegno:

Contos, jocos e ateros cantos

Di Andrea Lobina

La manifestazione, è la prosecuzione di un discorso che l’associazione Jan Palach propone da tempo ad un pubblico sempre molto interessato alla riscoperta dei valori e dell’identità della Sardegna.

Un sentiero logico che, è partito dalle forme più note di cultura popolare, come le canzoni di Piero Marras, i canti a tenores dei famosi tenores di Bitti, e la gara di poesia estemporanea di Masala e Mura, tutti nostri ospiti insieme a Paolo Pillonca ed Andrea Deplano in "Cantos a tenore e versos a bolu nell’aprile 97".

Nel mese di giugno abbiamo dato spazio all’editoria in limba con la manifestazione "Versos e cantadas", in cui abbiamo affiancato alla tradizione di Peppino Marotto e dei suoi tenores di Orgosolo la innovazione di Tonino Cau e del Coro di Neoneli.

Visto il successo dell’iniziativa e la recente approvazione della legge regionale sulla lingua sarda abbiamo pensato di realizzare un convegno che prendesse in esame i limiti della legge ed i suoi aspetti positivi affiancando alla manifestazione una presentazione della nostra cultura gastronomica. Il tutto si svolse nella mensa universitaria di via Premuda nel dicembre del 1997 con gli stessi Masala e Mura e con i tenores Murales di Orgosolo a rendere più giocosa l’iniziativa.

Nel mese di maggio del 1998 abbiamo fatto il salto dalla proposta alla promozione dello sviluppo di queste forme di cultura. È in quest’ottica che abbiamo realizzato il concorso "Cantos a tenore" nel maggio ’98, a cui potevano partecipare solo gruppi con uno studente universitario o un laureato da non più di due anni, con una sezione speciale del concorso riservata a gruppi esclusivamente composti da studenti universitari. Ciò a voler significare che non esistono culture alte e culture basse e che il progresso, la globalizzazione ed il consumismo imperanti non necessariamente devono farci dimenticare le nostre radici e le nostre tradizioni: questa è una cosa possibile in cui noi crediamo molto e ci battiamo perché non ci si debba vergognare di essere sardi fino in fondo, e ciò che decidiamo di conservare o di abbandonare della nostra cultura sia frutto di una libera scelta e non l’imposizione di un consumismo che mira a vendere una moda passeggera da rimpiazzare il giorno dopo.

Oggi abbiamo deciso di proseguire la nostra opera, dopo una pausa dettata sia da motivi contingenti (le associazioni di volontariato non navigano mai nell’oro!) sia dalla necessità di evitare la moda passeggera che domani scompare.

La manifestazione farà conoscere al pubblico ciò che meno conosciamo e che meno fa notizia della cultura sarda: i canti in RE dell’alta Sardegna, i canti campidanesi e la lotta di Ollolai: "S’istrumpa", con uno o più ospiti a sorpresa sicuramente graditi.